Non profit. Obbligo di dichiarare entro il 30 giugno i contributi pubblici ricevuti

Un adempimento che ha fatto molto discutere quello impone a fondazioni, associazioni e onlus che hanno ricevuto contributi pubblici oltre i 10 mila euro di pubblicare sul sito o sui social le somme ricevute.

Quali sono però i contributi da dichiarare ?

Attenzione, le regole di trasparenza non scattano per tutti i contributi.
Sono esclusi quelli che rappresentano un corrispettivo per le attività svolte dall’ente e quelli di “carattere generale”. Una definizione troppo ampia che ha suscitato non pochi dubbi. Il ministero ha chiarito che, in sostanza, non vanno dichiarati i contributi erogati a tutti coloro che soddisfano determinati requisiti. Esclusi dunque i contributi del 5 per mille e, ad esempio, le somme ricevute dagli enti non profit per il sostegno alle attività durante la fase pandemica (contributi a fondo perduto, ristori etc..)
Quali sanzioni per chi non si adegua?

In caso di inosservanza le sanzioni scatteranno solo dal 1 gennaio 2022. L’importo è pari all’1% di quanto ricevuto (con un minimo di 2mila euro) oltre all’obbligo di pubblicazione. Decorsi 90 giorni dalla contestazione, in caso di inottemperanza, l’ente sarà tenuto alla restituzione integrale delle somme ricevute

Una riflessione. Questo adempimento forse utile per la trasparenza doveva e poteva essere impostato diversamente con una indicazione di dettaglio per gli enti non profit. In fondo il dato che occorre sapere riguarda contenuti o sussidi erogati dalla pubblica amministrazione a titolo individuale o specifico e non per categorie o requisiti generali. Il che vale ad escludere la stragrande maggioranza dei contributi.